Napoli, 11 gennaio 2013 – E’ celebre la frase di Vito Corleone, secondo il quale “gli amici vanno tenuti vicini, ma i nemici ancora più vicini”. Non va molto interpretato l’adagio del padrino. Gli avversari, laddove diventa difficile contrastarli, meglio tenerli sotto controllo. Adagio che vale in qualunque epoca, in qualunque terra, in qualunque contesto. Al botta e risposta infinito tra Roberto Saviano e Luigi De Magistris, scatenato dagli attacchi del primo, prova a metterci una pietra sopra il secondo. All’ultima serie di accuse formulate dall’autore di Gomorra e sintetizzate nella frase “l’unica rivoluzione fatta a Napoli è una ridicola pista ciclabile”, De Magistris segue il consiglio di Corleone e a Saviano rivolge l’invito: “Vieni nel Movimento Arancione”. In realtà, l’ex pm ci aveva già provato, provando a farne di Saviano un assessore. Era ancora il tempo dei Realfonzo, dei Narducci, dei Raphael Rossi e degli altri silurati dal sindaco in bandana. Chissà, col senno di poi verrebbe da chiedersi se della grande cacciata avesse fatto parte pure lo stesso Saviano. Che oggi, sulle colonne dell’Espresso, è tornato ad esprimere il rammarico di chi “credeva nella rivoluzione di De Magistris”, come lui stesso scrive. E che è rimasto deluso. “Consapevole – scrive Saviano – che qualsiasi forma di critica venga rivolta a lei e al suo operato viene interpretata come una critica personale. O si è con lei in tutto o si è un suo nemico”, per poi sottolineare che “ciò che fa più male è vedere come non sia stato iniziato nessun percorso di riforma. A meno che per riforma non si intenda cambiare uomini e mettere i propri”. La risposta è quella un po’ attesa. De Magistris bolla le contestazioni come un “populismo critico compiuto da lontano, senza avere il polso diretto e quotidiano della città, cioè senza viverla”. Per poi arrivare all’invito a Saviano “a Napoli, a darci una mano con suggerimenti ed idee, lo invito a difendere la città anche agli occhi del mondo, perché le cittadine e i cittadini di questa terra non sono la periferia etico-politica del pianeta e vorrebbero essere raccontati per quel che sono realmente: cittadine e cittadini “normali””. “Perché Saviano non ha mai offerto il suo aiuto – attacca de Magistris – , non ha mai avanzato un consiglio, non ha mai dato una idea o una proposta per contribuire allo sforzo di rendere Napoli più bella, più vivibile, più libera?”. Quindi l’invito: “Vieni con noi”. E tu vieni via con me, gli avrebbe risposto Saviano, resuscitando il titolo di un suo programma. Perché per l’autore di Gomorra, Napoli è solo il trampolino di lancio per il sindaco in bandana.
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